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venerdì 29 marzo 2024

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GUIDA TURISTICA

Le aree Wilderness del Monte Camuléra



Aree Wilderness del Monte Camuléra (Bric Zionia, L’Urséra, Brizzuléra, Rio Pregalante)

Designate con Deliberazioni del Consiglio Comunale N. 6 dell’11 Gennaio 1993 e N. 21 del 24 Ottobre 2002 e con atto privato tra i proprietari e l’Associazione Italiana per la Wilderness Le Aree Wilderness attorno al Monte Camulera hanno avuto origine da una prima Area designata dal Comune di Murialdo su proposta dell’Associazione Italiana per la Wilderness, dopo che questa vi aveva constatato la presenza di luoghi aventi le caratteristiche necessarie per un loro riconoscimento quali “Wilderness” e quindi meritevoli di una salvaguardia secondo questo spirito conservazionistico, severo per quanto riguarda la tutela del territorio ma rispettoso del diritto tradizionale e consuetudinario di prelievo delle risorse naturali rinnovabili da parte della collettività locale.Fu prima designata l’Area Wilderness Bric Zionia,. Qui il Comune si è impegnato a non permettere la realizzazione di strade ed altre opere antropiche, e di lasciare alla loro evoluzione naturale i boschi demaniali. Suddivisa in due settori, l’Area Wilderness è stata poi ampliata al Bric Fariàn e completata con altri terreni acquistati nel 1999 da un filantropo e concessi in comodato all’Associazione Italiana per la Wilderness per la stessa finalità, la quale li ha designati in Area Wilderness L’Urséra, Area Wilderness Brizzuléra ed Area Wilderness Rio Pregalante. In seguito il Comune ha ritenuto di designare in Area Wilderness anche altri circa 8 ettari di boschi demaniali sulle pendici del limitrofo Bric Tursi. In totale godono quindi di tutela 128,1 ettari di boschi. Nello stesso complesso del Monte Camuléra l’AIW ha inoltre designato due Zone di Tutela Ambientale private estese complessivamente 1 ettaro, mentre una terza Zona, di 18,6 ettari, è stata delimitata dal Corpo Forestale dello Stato per la tutela dell’habitat del Picchio nero.
Il Comune di Murialdo considera infine come Zona di Tutela Storico-Ambientale circa 1,5 ettari attorno all’antico castello di Murus Altus.Le Aree sono inserite in uno dei complessi montuosi più selvaggi rimasti nell’alta Val Bormida di Millesimo, una delle maggiori emergenze della valle, al limite estremo orientale ligure della catena alpina, dove il Bric Zionia si erge selvaggio e rupestre fin dalle rive del Fiume Bormida;tutti luoghi relativamente rimasti selvaggi proprio per la loro caratterizzazione morfologica, per cui applicabili loro sono gli aggettivi riferiti alle sensazioni ed alle emotività che possono permeare il visitatore più sensibile che li voglia frequentare.
Le Area sono poste nella regione di incontro tra la vegetazione alpina e quella appenninica, con interessanti elementi di entrambe, tra i quali l’endemico Zafferano ligure (Crocus ligusticus), le rare Senape montana (Coincya monensis ssp. recurvata), specie di ambiente alpino ed appenninico, ed il Caprifoglio nero (Lonicera nigra), specie alpina di quote superiori. Degna di interesse è inoltre la Camomilla montana (Anthemis montana) tipica degli Appennini, ma anche il Semprevivo ragnateloso (Sempervivum ragnatelosus), il Rapònzolo montano (Phyteuma betonicifolium), il Giglio Rosso ligure (Lilium bulbiferum ssp.croceum), e la localizzata Bocca di leone selvatica (Anthirrinum latifolium). Importanti sono alcuni popolamenti isolati di Erica da scope (Erica scoparia), specie tipica di ambienti mediterranei. I boschi sono densissimi, composti prevalentemente da Castagni e Faggi, ma con grande presenza di Pini silvestri, Betulle, Ontani e Carpini neri, Carpini bianchi, Roveri ed altre tantissime specie. Frequenti sono i ruscelli e le sorgenti. Particolarmente scenografica è la grande cresta di rupi emergenti nel Bric Zionia (1000 m slm). Nell’Area sono compresi i resti di una vecchia miniera di grafite, con numerosi cunicoli di escavazione del materiale e ruderi di strutture pertinenti alla lavorazione.
Per quanto riguarda la fauna vi vivono il Cinghiale, il Capriolo, il Tasso, vari mustelidi e roditori, nonché rare presenze di rapaci diurni di foresta (Astore e Biancone). Vi si riscontrano, inoltre, entrambe nidificanti, la Cincia dal ciuffo (Parus cristatus) ed il Picchio nero (Dryocopus martius), ma anche, almeno occasionale, il Picchio muraiolo (Tichodroma muraria); specie tutte qui all’estremo limite meridionale del loro areale alpino. In luoghi prossimi è stata inoltre segnalata la presenza del raro Toporagno acquatico di Miller (Neomys anomalus) e dell’Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus). Tra gli insetti ed i rettili sono probabilmente presenti l’endemico Carabo di Solieri (Carabus somieri ssp. liguranus) ed il Colubro lacertino (Malpolon monspessulanus). Lungo il tratto di Fiume Bormida tra le specie di fauna acquatica rara vanno citate il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e la Biscia tassellata (Natrix tessellata). Per la presenza delle numerose gallerie della miniera di grafite in disuso, è inoltre ricca la fauna ipogea, con specie anche di un certo interesse scientifico, come il coleottero troglobio Duvalius canevai, l’anfibio Geotritone (Speleomantes strinatii) ed il chirottero Ferro di cavallo (Rhinolophus ferrumequinum).
Di grande interesse è l’aspetto mineralogico, con la presenza di almeno otto specie, tra le quali la rarissima “Schröckingerite”, qui scoperta come primo ed unico ritrovamento italiano.
Presso gli uffici comunali è presente un centro espositivo Wilderness.




 
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